Nadia Agustoni - Il mondo nelle cose - LietoColle 2013
Un codice di paragone che cerca, nel linguaggio poetico, la spiegazione al complesso reale che si rimodula e si rimescola nella centrifuga metaforica del
compromesso con le cose appartenenti al mondo: nasce così lultimo lavoro di Nadia Agustoni,Il mondo nelle cose (LC 2013), come una tenuta forte delleterno collasso identitario di ciascuno di noi. In poesia, lanima si sveste di paradigmi e incoerenze e cerca, nella parola
poetica, la garanzia, seppur frammentata, dellincarnazione possibile del senso e della fortunosa avventura, leopardianamente intesa, come terrestre e
celeste. Agustoni è la plausibile viandante che sventra ogni agitazione emotiva che, la fretta e lomertà del tempo sociale, riduce a impotenza, a
tormento. Si carica, con coraggiosa personalità, connessa ai personaggi della letteratura del settecento, Venerdì e Crusoe, di ideale e reale allacciandosi
al simbolismo che ha come massima aspirazione lelevato, la bontà autentica, la ricerca della libertà. Nella parte iniziale del testo, infatti, lautrice
mette in movimento le direzioni e le evocazioni di alcuni sentimenti e meditazioni appartenenti alle fonti letterarie che dal settecento arrivano al
primissimo novecento: la concezione estetico-etico-conoscitiva tende a limare la forma del Male/Buio baudelairiano scegliendo di risolverlo in un confronto
con laspirazione di sapere che esiste laltrove in cui le proiezioni dualistiche possono essere messe a fuoco e risolte. Uno sguardo allesigenza di collocarsi dalla parte della verità, in modo chiaro e
autentico: lautrice deposita, a livello letterario, linterpretazione energica tra passato e presente soffermandosi nellattualità nostalgica delleroico inteso come organicità della controparte salvifica. Lalter ego dellio lirico diventa lio narrante che si proietta in unideazione di noi stessi come
riflettori di esperienze di viaggio, di attese, di quotidianità. Nadia Agustoni avverte lesigenza di coordinare le fragilità dei suoi personaggi per
rendersi mediatrice e intermediaria tra la poesia e la costruzione rocambolesca dellinquietudine umana e della scelta morale resa fisica, personalizzata,
materia. Il mondo nelle cose fornisce al lettore elementi per discutere e ironizzare sul miracolo della cancellazione della presenza del declino: ogni lettore può identificarsi in una
minuscola particella del cosmo che si avvolge su se stessa e ruota intorno ad altre misure di paragone per sentirsi onnipresenti e per vedersi dal di fuori
nei modi temporali più prossimi alla propria conoscenza, alla propria individualità. Ecco, quindi, che si scandisce la frantumazione del presente che si
scontra e si fonda con il passato e poi si rende interminabile nel futuro. La poesia diventa monito, tentativo di persuasione, ardore di smembrare vendette
o solitudini destinate a colpire i deboli e i meno intrepidi. Corpo Nostro PPP è lepilogo del vigore dellintelletto e della spiritualità che esprime aperture di posizione, di dignità, di ripresa sociale. La visione poetica si
intreccia con la comunicazione della forma, dello stile che ha un netto slancio verso il plurilinguismo, perché lautrice sa bene quanto si possa
rovesciare latroce dolore di tutta la vita. (rita pacilio)
seminava aiuole
nell'inverno - un Dante
azteco e gabbiere
al supermarket -
aggrappato a carrelli
a cassette di frutta
(nei giornali sportivi
metteva consonanti
e lorologio gli andava come a Lima
o nella Terra del fuoco)
nel parterre di un ipermercato
un contuso Venerdì
tra réclame e luci elettriche
sbircia toilette per cani
e dice cane il mondo.
*
era qualcosa nel freddo
il colore della nafta e cisterne
lagonia dellaria sui cancelli
- ma il cuore degli uomini se graziato
risponde con un mantra di sirene
di fabbriche e vento sporco -
e i camion sulla camionabile
coi clacson cantavano il purgatorio:
Dante quassù avrebbe sognato
la fissione dellatomo o Hiroshima,
e di nuovo autostrade
un valico a nord ovest
con la terra azzurra
il cielo azzurro di Vicchio
e sopra lAppennino,
nel temporale, quella luce
affrancata dal bene
così limpida.
*
era solo coi nidi e le piante
tavole di legno nellorto
parlando di formiche
risaliva il formicaio
(gettava mollica e il secco
del cuore) irrorava
con lo spray, senza compiere
nulla, sembrava calligrafia:
a volte si pensa nelle parole
sente le parole staccarlo.
Nadia Agustoni
(1964) ha pubblicato per Gazebo Edizioni i seguenti libri di poesia: Grammatica tempo ( 1994) , Miss Blues e altre poesie (1995), Icara o dellaria (
1998), Poesia di corpi e di parole ( 2002), Quaderno di San Francisco (2004) e Dettato sulla geometria degli spazi ( 2006), Il libro degli Haiku bianchi (
2007) . Nel 2009 è uscito per Le voci della luna Taccuino nero. Nel 2011 sono usciti Il peso di pianura per LietoColle, il Pulcinoelefante Il giorno era luce e la plaquette Le parole non salvano le parole per i libri
darte Seregn de la memoria. Nel 2013 per LietoColle è uscito Il mondo nelle cose. Collabora a varie riviste e a blog letterari.