Leggendo i versi di Paolo Taormina
nota di Rita Pacilio
La poesia è sempre una rivoluzione
La poesia è sempre una rivoluzione, una tempesta che rivolta la realtà dando forma nuova e in crescita alle cose. Rovesciare e mutare diventano, quindi, lo stesso fenomeno in cui soggetto/mondo e lettore/mondo assumono la stessa veste complessa e interrogativa. Sì, il poeta continua a interrogarsi anche senza fare domande esplicite rimproverando gli accadimenti, lamentandosene in maniera forte e sonora e, allo stesso tempo, amandoli, adorandoli perché capaci di mandare in frantumi le paure e le inquietudini. La realtà è contemporaneamente donazione e purgamento, cioè ricongiunzione delle ambiguità e delle molteplici verità dellesistente. Tuttavia persevera la tensione che si distende nella parola mobile, strumento per affermare il ritmo fonetico da cui parte lidea silenziosa e assolutamente elevata dellannuncio del cosmo. Lessenzialità del verso, la sua spaziatura sperimenta lancoraggio naturale al battito, al respiro ancestrale in cui è accolta e rispettata lespressione implicita ed esplicita della parola nuda, spietatamente degna del proprio artefice. Ecco, questa è la matrice portante dei versi di Paolo Taormina nei lavori poetici Il sole dellesilio (Forum quinta generazione, 1992) e Le regole della rosa (edizioni del Foglio Clandestino, 2014), libri in cui è ben chiara la dinamica e la prospettiva evolutiva del suo compito poetico. La fedeltà alla vocazione visionaria implica la chiamata alla condizione esistenziale per liberarsi nella solitudine autentica del proprio essere. Condividere le memorie, le consapevoli banalità quotidiane rende credibile il punto centrale della forma significante che aspira allessenziale scenograficamente è il rinvio della parola allo spazio/stanza/accapo - per poi allargare il panorama dellinterno/esterno verso lesterno/interno. Non bisogna sottovalutare il valore sovrano del ricordo che mantiene la sua durata in modo punitivo, perché, diagnosticando continuamente la leggerezza delle cose, cadiamo in fallo ostinatamente. Il mondo e ogni oggetto è perennemente in bilico, infatti, è inevitabile e comprensibile la nostra chiave di lettura, sguardo che muta con il passare degli anni e che ci mostra lincostante forme delle cose. La poesia, allora, è lunica realtà possibile in cui gli elementi probabili della vita possano dare un senso al tempo passato e al presente in cui la confusione e lalienazione delluomo si identifica misteriosamente e in modo surreale con i luoghi dello spirito.
era bello
ricevere
le tue lettere
sceglievi con cura
la carta
e le buste
tra le parole
del tuo improbabile
italiano
annusavo la lavanda
del tuo sapone
*
amica luna
quanti giochi
in primavera
alla tua luce
chi sa se
mi riconosci
ancora
questa mano
rugosa
è la stessa
che una volta
lha accarezzata
*
non ho paura
di morire
fiorisco
con il bianco lilla
dei capperi
aggrappàti
alle rocce
che né il vento
né la salsedine
riescono a estirpare
anche se la terra
delle mie radici
è magra
mi nutro daria
e di sole
i papaveri
del mio sangue
sono mischiatialla neve più pura
delletna
*
vorrei interpretare
il volo degli uccelli
e le nuvole
che passano
per il cielo
gettare i dadi
sul tappeto
dellassenza
capire perché mi manchi
*
la volpe
azzannata dai cani
è venuta a morire
sotto il noce
nella bocca serrata
ha dellultima lotta
un respiro gelato
è sempre difficile
capire
dove finisce la vita
e inizia la morte
*
è quasi estate
lo sento dalle parole
che scrivo
hanno un piccolo sole
liquido
tutto è più chiaro
la mia anima
è un flauto
segue voci jazz
tu sei lontana
come lorizzonte
passo dopo passo
tinseguo
*
forse in un sogno
o forse
oltre duecento
anni fa
una sera piovosa
mentre salivo
per la scale
di un antico palazzo
una giovane donna
dallombra
mi trafisse più volte
sorpreso
pronunziai
il suo nome
angeli di gesso
vennero
per sollevarmi
ma si spezzarono
le ali
poeta e scrittore
da molto tempo
ho preso casa
in questa mano
che scrive
Emilio Paolo Taormina - Le regole della rosa, Ed. del Foglio Clandestino, 2014
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