
OLTRE GLI STRAPPI (Vecchi versi inediti e quasi inediti) 1999/2000
da ISOLANDOMI DINCHIOSTRO
Non può non sa
(girarrosto querulo)
(canditi assenti)
parlerà trobar leu[1]
trobar ric[2]
semisilenziando
motondeggia al fondo.
Avresti mai pensato
navigando interstizi
luce (finestra-tramonto)
avresti mai pensato
mi dicevo
di cercare inchiostro?
*
Potremmo andare
Milano Venezia
oltre screpolature
tanto TV ovunque
tu non altro
faccende a parte
o forse mi faccio
siringa-fantasia e cerco
il non senso,
il non senso
entro nelle tubature
dellinchiostro
tento
le falde
lascio
che sapra lisola
isolano
isolandomi
dinchiostro.
*
Come improbabile
non riesco
a malapena
a rifarmi dinchiostro
la sera.
*
A sera
illanguidisce laria
si stende
sallarga.
A sera
se limbrunire esplode
tingendomi
ancora più piccolo
dun passero
che sacqueta
non porgo saluti
mi stringo
mi tingo
di stanca poesia.
*
Vacua
non so cosa ma vacua
curveggiando lore
iperbole a sonno
vacua.
tubano in frequenza
colombe e svolazzano,
pigolii duccelli
e voci di vecchi
vacua
la posta dellarresa
vacua
la non-arresa
se vacua
questa scrittura tesse.
*
Rimane la tenaglia
dei giorni che stringe
se il limone brucia
disinfetta
lultima se alla gola
punge il fumo, «lultima
sigaretta!»
la parola è sciroppo
per la tosse
?
*
Dalla scrivania
sole e tegole
mi bussano i tempi
«900 FU
ANDATO
rapporto uomo-macchina
SOLITUDINI ... »
2000 auguri
e 2000 di questi schermi
parole a non finire, lettere
e-mail @ piove fuori
collegamenti nellistanza dun RE
alla finestra tre telecomandi
telefonino a portata di suono
vibrazione
(leggo la vita
di Carlo Michelstaedter).
Anchio avrò il mio mouse
nel girotondo tondo della sera
il sole brucerà la terra alfine
con batter di ciglia
chissà dove
chissà dove
il pensiero negativo in fondo
risucchiato nellozono
incerto
chissà dove
senza telecomandi avrà
il mio discendente
il suono
limmagine
la sera
isolandomi
dinchiostro.
da VOCATIVI FILIALI
NON ATTENDERE
Non attendere lamine di Storia
non valori mutuanti di catene sintagmatiche
non casupole-corpuscoli in sfibrante luce.
Il bianco della carta trascolora,
ingialliti idiomi da decodificare
mentre il Verbo che ci nutre ci consuma
nel non sapere a quale tempo strutturale
in sincronia a carponi sfavilliamo.
Non attendere lamine di Storia
sublimarci-vivere il fonema che siamo
in questidioma fluttuante di Domanda.
VOCATIVO
Fàtica parvenza di richiamo
non un fonema di periti amori
non il grugnito daltro non presente
non lodore di pelle inevocabile
non puoi nella grammatica di sillabe
non sai nellascensione delle chiese
non consonante riporti doltre tomba.
Sovrapposta ortografia alla fonetica
immobile scrittura o istante-verbo
non puoi non sai non riporti.
Classe aperta non appelli ritorni.
IN SOLINGHI PERCORSI
In solinghi percorsi vuoti a perdere
beviamo madre confezioni dinappartenenza
punti da raccogliere per altri ghetti indifferenti
non dintorni di parole non atti estremi
posta non arriva cassettoni arrugginiti.
Ognuno nellUno tempera gusci esatti
lincertezza ha spigoli di lati distorti
il dolore il bisogno informi sgretolati
Tu Tu Io: inesattezza indigesta a matematici.
In solinghi percorsi vuoti a perdere
beviamo madre contenitori di giorni
rintaschiamo nostre porzioni di sole:
Tu Tu Io: inesattezza amante di parole.
[1] Una delle posizioni descritta dai poeti del fine amor che vorrebbe la poesia comprensibile a più persone possibili: poetare lieve.
[2]
Altra scuola di pensiero poetico che imporrebbe il nascondimento dei sentimenti e loscurità del dettato poetico. Poesia fruibile soltanto da una
cerchia di eletti.
Giuseppe Samperi è nato a Catania, vive a Castel di Iudica. Laureato in
Lettere Moderne, ha fondato e diretto le Edizioni del Calatino (già
Samperi editore). Ha pubblicato i seguenti libri (cartacei): Sarmenti Scattiati (Catania, 1999); Alice dellamore (Catania, 2002); Il miliardesimo maratoneta (Castel di Iudica Catania, 2011). In ebook ha pubblicato: Genesi e temi di un romanzo familiare: La casa in collina di Cesare Pavese (2012) e La bottega del non fare & altri racconti (2012).