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Poesia d'estate: Merico, Ravizza, Brandolini, Cardinali - nota di Rita Pacilio

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La poesia e il caldo dell’estate duemiladiciassette (nota di Rita Pacilio)

Estate duemiladiciassette: caldo e incendi, caldo e piogge torrenziali, caldo e vento, caldo e dipartite di innumerevoli amici. L’Italia sembra stia bruciando viva nella morsa di un’estate che procede al di là delle responsabilità personali. Eppure c’è voglia di poesia con la consapevolezza di andare nel mondo verso tutti sondando animi, aspettative e motivazioni umane. Con la parola ci si occupa di se stessi, degli altri per mettere a nudo la propria appartenenza alle vicende di tutti: il poeta diventa un ascoltatore com-prensivo, determinato a dichiarare l’esistenza come un conflitto sempre aperto sui problemi più rilevanti dell’Universo.

Contro Venere di Alessandra Merico – I quaderni del Bardo Edizioni, 2017 Contro Venere di Alessandra Merico

Se al poeta è concesso opporsi al modello tradizionale della poesia, intesa come mimesi dell’esperienza oggettiva non gli è, invece, possibile fuggire dalla realtà sia che scelga la via dell’estetismo o della speculazione metafisica, oppure sia attratto dalla ribellione avanguardistica (Gabriele Morelli). Alessandra Merico, nel suo lavoro poetico Contro Venere, sceglie di partire dall’esperienza personale per porsi di fronte alla poesia moderna immergendo il soggetto, l’essere umano sacro e fragile, in continua lotta con il sentimento, nel conflitto palpabile del sentimento stesso. È l’amore, puro e spesso umiliato, che viene a trasformarsi in un diario originale tra senso ed esperienza. La musicalità del verso libero vigila sulla creazione della coscienza che in queste pagine, si ribella, combatte e agisce, non in maniera moralistica, ma con sensibilità e indagine visionaria. Si sviluppa il discorso linguistico: le immagini intime e sociali, il perdono simbolico, la temporalità, la vendicazione, la guerra, nei diversi registri emozionali, richiedono l’esigenza della verità e la sua stessa ricerca. La formula del rapporto con il mondo reclama una riscrittura e una ricreazione della stessa storia. Merico si esprime in prima persona confessando lo sguardo consapevole sul senso sottile di amare. Lo fa alla sua maniera inscenando una pièce teatrale.


*

Fosse anche

stretto tra le mie dita

io lo vedrò il tuo cuore bruciare

all’Inferno.

*

É sole per un giorno

e sproni lo squarcio

forcella che dà sul passato

raccogli dal femore

le tue monete

parole rodiate

non brillano più

si è persa al contatto

la doratura

le agiti assieme per fare

rumore

e il valore è rame che

invecchia

le infili nel petto a gettoni

e trema la carne

sprotetta

nel silenzio cavo

ancora parola

miraggio che non sneva.

*

Le nostre pareti

si aprono ai lati

rotte le assi

delle tempistiche

a nulla valsero

i ciliegi

rifugi su alberi

senza nidi

ognuno tornava

a dormire

su letti affollati

stringere gli occhi

alla federa

sul farsi di sonno

svaniva il busto

di pece

mischiate alle piume

carcasse dell’altro

sotto la testa

- lucerna

sul vero -.

Sopra i tavoli

mazzi di giglio

e date cerchiate

in rosso.

*

L’attesa è l’anticamera di un fine

qualsiasi esso sia

non ha autonomia se non quella

di spezzettarsi in attimi e spandersi

in una circonferenza precisa

il cui centro è nell’unico punto possibile

al sepolcro del fine non sopravvive l’attesa,

il dolore, la rabbia, la delusione o la gioia possono

proseguire in macabri simposi a tenere in vita

memoria che tra le sante è la più ambita

l’attesa è connessa a chi o a cosa

che sa di essere sposa invisibile

è il celebrarsi di una comunione quotidiana

tra un agente che attende e il surrogato del corpo dell’altro

un rito tra due fedi che piegano alla volta del non uno

nel non ora, ma in quell’unica ora in cui potrà compiersi

l’attesa è nel farsi

il suo arco di vita è l’agire di un frutto

al celebrarsi della sua primavera

è quel verde che sa di giallo

è un morso di rosso in potenza

questo e null’altro è l’ attesa.

Alessandra Merico nasce a Maglie (Le) nel 1986. Nel 2012 si diploma all’ "Accademia Internazionale di Teatro” di Roma, con la quale rappresenta diversi spettacoli per la regia di Fiammetta Bianconi, Marco Paciotti, Silvia Marco Tullio ed Emmanuel Gallot Lavallée. Nel 2016 viene selezionata per il corso di perfezionamento “ATTORE PERFORMER” e per il corso di ”SCRITTURA SCENICA PER ATTORE PERFORMER” tenuto dal CUT (centro universitario teatrale) e dal Teatro Stabile dell’Umbria. Nel 2013 vince il “Teglio teatro festival” in Valtellina con “ODI A SE. Soliloqui e dialoghi di solitudini nell’Odissea” scritto, diretto e interpretato dalla stessa e dal collega Giuseppe Zonno. Nel 2014 scrive ed interpreta “Fuori Fuoco” insieme alla cantante Eloisa Atti e “La Notte degli Imbrogli” con la partecipazione di Michele Placido. Nel 2016, per Rai fiction, produzione Endemol, prende parte a “Scomparsa” regia di Fabrizio Costa. Tra gli altri spettacoli: “Il mio nome è nessuno” con Valerio Massimo Manfredi (anche autore) e Sebastiano Somma , “Ciao Amore…” insieme ad Athina Cenci per la regia di Marco Grisafi, “A.A.A. Amore offresi”, regia Roberto Ruggeri, “Ritratti di Signora” insieme a Guenda Goria, Francesca Nunzi, Jonis Baschir e Claudia Ferri per la regia di Vanessa Gabarri, “Affetti stretti” (anche autrice) con Silvia Quondam e Barbara Cerrato.

*****

La coscienza del tempo di Filippo Ravizza – La Vita Felice, 2017 La coscienza del tempo di Filippo Ravizza

Ogni poeta è segnato dalla storia interiore dell’umanità, dal collettivo, ciò che riguarda tutti. Lo sa bene Filippo Ravizza che, nel suo recente lavoro poetico La coscienza del tempo, ha materiale esperienziale da offrire alla poesia moderna. L’elaborazione visionaria dell’immaginario e del reale si concretizza in una scrittura che evidenzia il tempo e lo spazio riformulato con sguardo analitico e passione ideologica. I luoghi interiori, visibili e invisibili, assumono prospettive esteriori e viceversa. I testi possono essere stati composti davanti allo specchio pensante in cui lo spettatore rivede se stesso in tutta la sua carica potenziale: illusione, sconfitta, perdita, ricerca dell’essenzialità. Si sopprimono le sovrastrutture formali e gli oggetti del quotidiano suscitano interrogazioni ideologiche. La matrice poetica si adegua alla trasformazione e alla riflessione della sua stessa destinazione. Ravizza intende, infatti, confezionare una plurima tensione della storia letteraria rimodellandone le operazioni meccaniche, riproducendo, quindi, un’azione spoglia di passività. Il poeta soffre gli aspetti del viaggio, dell’attesa, della fiction, della ricaduta ed eredita dalla letteratura del novecento, il disegno concreto della realtà scritturale come necessità di vivere esattamente il tempo futuro e i suoi ostacoli.


UN PONTE INTRAVISTO NELLA NOTTE

E' qui! E'giunto: è veramente un premere

le dita del giorno portarle come scena

aperta tra le tempie ...

Le tue mani,di tutto, della forza

del respiro della vita, nella mente;

nulla nulla si leva sopra i pericolanti

albori sopra i sentieri dei nostri

illusi giorni ...

un ponte intravisto nella notte

dicevi e volevi dire il palpitare

di un attimo mentre ancora

esistiamo, ancora - chi può

pensarlo senza vacillare? -

noi ci siamo, stiamo, senza

alcuna verità, senza possibilità

di senso o di vittoria nel premere

dell'ora.

*

TU LO RICORDI BENE

Lo sai, sai che avevo arie, avevo canti,

avevo sogni e rimpianti tutti dentro

alla passione della terra...

volevo stare dentro alla verità

delle cose nel cuore stesso

delle cose...

andiamo? tutti insieme andiamo?

uguali sì veramente uguali ...

avessi amato ancora di più

l'essere tutti ...

io correvo io pensavo è vero

lo ammetto tu lo ricordi bene

tu lo sapevi è vero sognavo

anche io una città socialista,

di più, io.. . hai sgranato gli occhi

allora, mi hai chiesto: Che cosa

più di questo?Una patria socialista

sognavo ti ho risposto.

*

NELLA TERRA - ORO

Raccontami, dimmi di questo sole

cocente sull'acqua mentre

indifferenti girano le sfere

nel grande vuoto e tutto

scandisce come cicala nella

terra - oro la presenza la superficie

opaca segnata dal pieno dei corpi

e delle cose. Anni,mesi,giorni:

tutto è inutile per noi; per te:

e questo, ora, lo sai. Passeranno

queste risa, queste grida, queste

meraviglie...a nulla sarà servito

averle amate come inclinate assenze...

risucchiati noi saremo, estinti.

Dunque ora tu siedi, abbi pace,

calma la tempesta del dolore,

resta nell'alba e nella quiete

mio lettore, mio fratello; come

paglia bruceremo in pochi istanti,

nulla nel nulla.

Filippo Ravizzaè nato a Milano, ove risiede, nel 1951. Poeta e critico letterario, ha partecipato intensamente alla vita delle riviste, a partire dai primi anni Ottanta, ricoprendo, nel corso del tempo, la condirezione del semestrale di poesia Schema, di quello di scrittura, pensiero e poesiaMargo, del semestrale di poesia, arte e filosofia La Mosca di Milano. Ha pubblicato saggi e poesie su numerose altre riviste letterarie, tra le quali “In folio”, “La clessidra”, “L’Ozio letterario”, “Materia”, “Poesia”, “La Corte”, “Quaderno”, “Iduna”, “Atelier”, “Poiesis”, “Capoverso”, “Gradiva”. Ha pubblicato sette raccolte di versi: l’ultima in ordine di tempo è “Nel secolo fragile” (La Vita Felice Editore, 2014), preceduta da “La quiete del mistero” (Amici del Libro d’Artista, 2012), “Turista” (LietoColle, 2008), “Prigionieri del tempo” (LietoColle, 2005), “Bambini delle onde” (Campanotto, 2000), “Vesti del pomeriggio” (Campanotto, 1995), “Le porte” (Schema Editore, 1987). Nel 1995 ha ideato, insieme al poeta Franco Manzoni, il “Manifesto in difesa della lingua italiana”, oggi parte del programma orale ( Cours de production orale) per il conseguimento del dottorato specialistico del Dipartimento di Italianistica dell’Université Paris 8 (Paris - Saint Denis, docente Laura Fournier). E’ stato chiamato a rappresentare la poesia italiana contemporanea alla XIX Esposizione Internazionale della Triennale di Milano (1996). Nella sua città ha tra l’altro ideato e realizzato, insieme al docente e critico letterario Gianmarco Gaspari, Lezioni della Storia – Dopo un secolo quale memoria, un ciclo di conferenze iniziato nel 2011, lettura della Storia italiana ed europea attraverso la letteratura. Tra le altre vanno segnalate le conferenze che Gaspari e Ravizza hanno tenuto su Alessandro Manzoni, su Vittorio Sereni, Eugenio Montale, Umberto Saba, Italo Svevo, e Giovanni Pascoli.

*****

Il volto e il viaggio di Alessio Brandolini – Stefano Cardinali – Edizioni Fili di AquiIl volto e il viaggio di Alessio Brandolini – Stefano Cardinalilone, 2017

La raffinatezza artistica di Alessio Brandolini, nel libro Il volto e il viaggio, fornisce al lettore elementi determinanti – grazie anche ai ritratti di Stefano Cardinali inseriti nel volume- per com-prendere la trama raffigurabile di un viaggio fatto di partenze, di tappe, di pregrinatio e innumerevoli domande. Il viaggio è il codice, il registro che consente di formulare una struttura dinamica della realtà. Fornisce, quindi, al pensiero poetico dell’autore, il percorso percettibile e invisibile nella storia come mappa in cui è segnato il dialogo tra la vita e la memoria. Non ci sono sensi sottesi: Brandolini utilizza il verso libero, fluido e disteso, con scintille poetiche scandite, per segnalare il destino di vita e morte comune a tutti gli uomini. La ricerca dell’essenziale natura umana, il suo compito, l’eterna contraddizione geografica e culturale, fa risuonare le coscienze. Il quotidiano, i piccoli gesti incrociano sguardi enigmatici, sentimenti profondi nei disegni dei volti di Cardinali. Viene dato rilievo e provocazione alla componente psicologica del tratto, mentre la parola assegna ai panorami umani un percorso interiore posto al servizio di appartenenze, di presenze letterarie, pur conservando l’esperienza sociale e apocalittica dell’assenza, dell’abbandono, della solitudine. Non si tratta di rinuncia, di arresa di fronte alla promiscuità dell’uomo. Un’ambivalenza che viene sceneggiata osservando la tradizione del passato, la modernità di modelli e schemi di vita contemporanei prosciugati di rinnovamento. Brandolini e Cardinali, in questo bel libro, indicano la tangenziale per uscire dal nulla portando sulle spalle l’amore del mondo. Per il mondo. La speranza.


Fili stellari

A terra e vorrei buttar via

le cose che non servono:

l’inutile, anche il superfluo.

Seduto al centro della stanza

ma ho sempre troppe cose

da sistemare e poi, per dirla

tutta, è proprio il superfluo

(l’esatta futilità di ogni cosa)

a dare la forza di alzarmi

uscire per strada, incontrare

altre persone e poi inseguire

un sogno dove ai fili stellari

si attorcigliano volti e versi.

*

Architetto

Quante buone ragioni per essere

così pensoso e irrequieto?

Più di una, dirai, nell’oscuro

scenario nell’imprevisto

che trasforma il pane in briciole

di muffa. Nervi tesi e frasi color

porpora duplicate dal trambusto

mediatico. Frattanto un sole ubriaco

racconta storielle adagiato sugli abeti.

Hai smarrito il tocco della tua antica

creatività e ora mormori frasi

sconnesse, frammenti di mappe

urbane. Le risate sono astratte ferite

e il sudore riga il volto, scroscio

interno di grandine: una visione

della Tunisia, è da lì che sei partito!

Ecco il culto delle facili scommesse

edificate dalla pressione minacciosa

ingombrante alle cinque del mattino.

E tu ben saldo, in piedi, in trincea

a riflettere per ore sul possibile riparo

sull’inaccessibile costruzione difensiva.

*

Nella mischia

Avremmo dovuto essere un’unica forza

un saldo motore che alimenta le azioni

persino i nostri cuori. Cala il sipario

sulla finzione. C’è Venere lassù alle sei

del mattino a tenderci una mano

e null’altro, se non l’abituale isolamento.

Un cane disegna con la coda panorami

inaccessibili, l’inchiostro delle zampe

macchia la luna. Dal cielo cala il freddo

e polvere di stelle contrassegnata

con il sangue degli esuli, con il grido

di aiuto di chi affoga. Indosso abiti

da guerra e innalzo solide costruzioni

difensive: cerco la lotta, la sfida e non

importa se ad attenderci ci sarà la sconfitta.

ALESSIO BRANDOLINI (1958) vive a Roma dove si è lau-reato in Lettere moderne. Ha pubblicato i libri di poesia: L’alba a piazza Navona (1992, «Premio Montale - Inedito»), Divisori orientali (2002, «Premio Alfonso Gatto - Opera Prima»), Poesie della terra (2004; anche in spagnolo: Poemas de la tierra, 2004 e 2014), Il male inconsapevole (2005), Mappe colombiane (2007; anche in spagnolo: Mapas colombianos, Colombia, 2015), Te-vere in fiamme (2008, «Premio Sandro Penna»), Il fiume nel mare (2010, Finalista«Premio Camaiore») e Nello sguardo del lupo (2014). Nel 2016 è uscita l’antologia poetica: Il futuro è un campo incolto (1992-2014). Suoi testi sono stati tradotti in di-verse lingue e pubblicati su riviste italiane e straniere. In Costa Rica sono uscite le antologie En el ojo del lobo (2009), Desde otro planeta (2014) e in Colombia Llamo desde otro planeta (2016), tutte con la traduzione di Martha Canfield. Dal 2003 al 2013 ha fatto parte del gruppo letterario “I Libri In Testa”. Nel 2013 ha pubblicato il libro di racconti brevi Un bosco nel muro (Empirìa). Traduce dallo spagnolo e dal 2006 coordina «Fili d’aquilone», rivista web di «immagini, idee e Poesia». Nel 2011 ha fondato la casa editrice Edizioni Fili d’Aquilone.

STEFANO CARDINALI (Roma, 1955) vive a Latina. Nel 1989 partecipa alla prima mostra collettiva seguita a breve da una in-dividuale di acqueforti. Dopo varie esposizioni con altri artisti nel 2002 presenta la prima personale di acquerelli e grafiche dal titolo “La Natura delle Cose”. In quel periodo comincia la colla-borazione con Alessio Brandolini e alcuni suoi disegni vanno a corredare i libri del poeta. Ritenuta conclusa l’esperienza grafico-pittorica si dedica alla scrittura entrando nel collettivo Anonima Scrittori. Nel 2011 pubblica l’e-book Savile Row - La strada per la musica degli anni settanta. L’avventura con la scrittura lo porta a conoscere Antonio Pennacchi che gli chiede di realizzare le cartine dell’Agro Pontino, prima e dopo la bonifica, per il suo romanzo Canale Mussolini che vincerà il Premio Strega nel 2010. In seguito alla felice partecipazione al libro di Pennacchi, riprende a disegnare dedicandosi però esclusivamente al ritratto. Nasce così l’esperienza che lo porta a riprendere la collabora-zione con Brandolini e alla realizzazione di questo libro.



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